Ogni decisione che prendiamo può avere un impatto sul nostro pianeta, è importante adottare abitudini sostenibili in ogni aspetto della nostra vita. Questo è un principio ben noto alla famiglia CityBeach, che si impegna non solo come tuo boardshop di fiducia in terra capitolina, ma anche attivamente per la sostenibilità. Tra tutti, Roberto D’Amico, Team Rider della nostra casa della tavola, incarna perfettamente il valore della sostenibilità che promuoviamo sin dagli esordi.
L'Origine di un impegno naturale
Il 18 marzo, giornata mondiale del riciclo, è un momento ideale per ricordare un necessario cambio di rotta sul tema, lo stesso verso cui cerca di virare – giorno dopo giorno – Roberto D’Amico, l’Atleta di Casa CityBeach più esposto in termini di riciclo e sostenibilità.
“Come hai iniziato a combinare la tua passione per il surf con l’impegno per la tutela dell’ambiente?”, è la prima domanda che poniamo a Roberto per iniziare il nostro viaggio nella sua idea di sostenibilità. La sua risposta riflette un profondo senso di responsabilità: “Sinceramente è stato un processo naturale, a chi piace allenarsi o stare in un posto sporco? Mi sento responsabile ed in debito con il mare e quello che faccio è solamente il minimo.”
Roby Cleanup: “Una festa del mare”
Uno dei risultati più tangibili dell’idea di sostenibilità che D’Amico difende con orgoglio, è l’associazione Roby Cleanup. Più che un’associazione dedicata alla pulizia di spiagge e fondali è una “festa del mare”, come sottolinea lo stesso D’Amico. “Ho voluto creare qualcosa di diverso – spiega Roberto – le persone immaginano un clean up come qualcosa di noioso. I nostri clean up sono una festa del mare, le persone si divertono, dal più grande al più piccolo”.
Nel tempo, Roby Cleanup ha inevitabilmente prodotto un cambio di prospettiva, una modifica a tratti radicale nell’atteggiamento delle persone. “Una volta che ti sporchi le mani vedrai il mare e la spiaggia in modo differente – riflette il Team Rider – da quel momento in poi ti renderai conto che c’è bisogno dell’aiuto di tutti anche al di fuori dei clean up”. E mentre la comunità locale ha risposto positivamente alle iniziative di pulizia di Roby Cleanup, Roberto auspica un coinvolgimento ancora maggiore. “Mi piacerebbe vedere più surfisti – afferma – Siamo arrivati a toccare le 150 persone, se un giorno riuscissi a coinvolgere tutta la comunità faremmo ancora più rumore”.
Ispirazioni dall'esperienza: Il documentario "Io, Tevere"
Ma Roberto non demorde, e con la stessa fame con cui porta a casa i 10 sulle onde, costruisce progetti sostenibili attraverso il surf. Basti pensare al recente Io, Tevere – Le radici del mare, il documentario girato insieme a Marco Spinelli, un viaggio sul fiume più chiacchierato della Capitale. “Mi è piaciuto molto lavorare a IO TEVERE – racconta – Ho conosciuto e condiviso esperienza con persone al di fuori del nostro settore, ho imparato moltissimo”. il Tevere lo ha portato a una nuova consapevolezza: “IL MARE PARTE DALLA CITTÀ”.
Sostenibilità e surf: Quanto ancora si può fare?
“Oltre ai miei clean up ho un altro viaggio in pianificazione – continua Roberto – di cui non posso ancora dirvi niente, sarà fighissimo”. Tra spoiler e messaggi di consapevolezza – riflettendo sul ruolo della comunità del surf nella protezione degli oceani e dei fiumi – Roberto sottolinea l’importanza delle scelte consapevoli, non solo nel modo in cui affrontiamo il nostro approccio con l’ambiente, ma anche nelle attrezzature che utilizziamo. “Siamo parte di questo splendido pianeta – conclude – Noi in primis dobbiamo proteggere quello che più ci fa divertire con scelte consapevoli essendo di esempio a tante altre persone.”