CityBeach e l'incontro con la Tempesta Ciaran
Novembre ha regalato un’incredibile e controversa sorpresa alle coste europee: la tempesta Ciaran, che ha portato nei nostri mari “le onde più grosse mai surfate in Italia”, parafrasando le parole di Leonardo Fioravanti, tra gli audaci surfisti che hanno sfidato questo scenario unico. L’evento eccezionale ha avuto origine nell’Oceano Atlantico, una tempesta extratropicale data dal fatto che l’aria fredda è scesa di latitudine su dei mari che continuano a mantenere il calore estivo. Ciò ha reso Ciaran un evento la cui portata è paragonabile a quella di un uragano, per via della sua estrema violenza. Quello che però ha reso davvero unica Ciaran è il suo percorso, che l’ha condotta fino alle nostre coste italiane, regalando un’esperienza senza precedenti ai surfisti locali: onde spettacolari alimentate da mareggiate di libeccio.
Tempesta Ciaran: il punto di vista dei Team Rider CityBeach
Tra gli intrepidi “cavalieri delle onde” che si sono riversati sulle spiagge italiane non sono mancati i Team Rider di CityBeach. Tutti i nostri atleti – chi più, chi meno — hanno scelto di vivere al massimo questo evento straordinario, ciascuno su una specifica costa italiana: c’è chi ha scelto la ligure Varazze, come il nostro Roberto D’Amico – che ha condiviso lo scenario con l’amico di sempre Leonardo Fioravanti — chi invece si è tenuto sul litorale laziale, come Michele Scoppa, Rufo Massimo Baita e Francesca Valletti, e chi – con mogia ironia – ci dice di aver (non)vissuto la tempesta “Da un ufficio angusto di Pomezia”, come Marco Boscaglia.
Location diverse, ma accomunate dallo stesso stato d’animo: “al massimo”, come racconta Rufo, per un evento che definire straordinario è poco. “Avete presente uno psicopatico – dice Roberto D’Amico — che guarda le previsioni, ogni aggiornamento, e deve assolutamente essere nel punto perfetto? ecco questo sono io… 10.000 KM IN UN MESE. Ho cercato di prendere la bomba, non ho portato a casa molte onde buone, anzi… a dire la verità nessuna. Il mio obiettivo era quello di prendere la più grossa ma purtroppo la scelta presa non era in linea con il mare. Le onde buone erano le medie, la swell era troppo grossa per gli spots che ho surfato”.
Preparazione meticolosa e scelta delle attrezzature
Tuttavia, affrontare un evento eccezionale come la tempesta Ciaran richiede non solo coraggio, ma anche una preparazione fisica attenta. “Passo più tempo possibile in acqua – racconta D’amico in proposito — ho comprato una Gravel con cui ho iniziato a pedalare. In generale mi piace mantenermi attivo nella natura, quando riesco vado in palestra anche se non è la mia attività preferita ma per degli esercizi specifici serve”.
Diverso l’approccio di altri team Rider CityBeach, che invece si affidano alla palestra e a delle specifiche schede di esercizio, come Francesca Valletti, che preferisce “una preparazione fisica fuori dall’acqua”, o Rufo e Scoppa, che affrontano il processo preparatorio al fianco delle Fiamme Oro.
La preparazione fisica non è tutto, l’utilizzo delle attrezzature giuste è un altro punto cruciale per vivere al meglio, e in totale sicurezza, la straordinarietà di fenomeni come Ciaran. Così — mentre c’è chi ha optato per una tavola “più tirata e più veloce”, come la nostra Francesca Valletti — sulle coste di Varazze, D’Amico ha sfoggiato la sua Pukas Crystal courrait 6.4, una tavola che di solito usa al Quemao, “non mi era mai capitato di tirarla fuori per onde Italiane”, racconta. Altrettanto specifico nella scelta della tavola è stato Scoppa, che si è affidato alla sua “tavola da onde grosse del mio quiver da 4 tavole”. Un po’ più variegata si è rivelata la scelta di Rufo, che ha esposto alle onde tutto il quiver in suo possesso, “dalla mia inferno 72 Sharp Eye per i giorni piccoli, allo ‘step-up’ i giorni più grossi”, spiega.
Post-Ciaran: e ora?
Ciaran ha ormai salutato le coste nostrane, lasciandosi dietro sentimenti contrastanti. Per i surfisti CityBeach l’attesa di eventi eccezionali come questi si trasforma spesso in un’esperienza che va oltre la semplice anticipazione. Per Roberto D’Amico, questa fase è meglio descritta come una vera e propria “organizzazione”, stavolta orchestrata insieme a Leonardo Fioravanti e al team di Stab Magazine. Per Rufo Massimo Baita e Michele Scoppa, l’attesa è vissuta in modo più “scolastico”, tra un’interrogazione e un compito in classe, ma soprattutto “‘rosicando’ riguardando i video della passata mareggiata”, come racconta Rufo.
Oggi i surfisti CityBeach guardano al futuro, proiettati verso la prossima onda straordinaria, bilanciando, però, l’entusiasmo per il surf con la consapevolezza dei cambiamenti climatici. “Lì per lì quasi non te ne rendi conto – conclude D’Amico in proposito — per l’ingordigia che un surfista ha e l’ego che si crea in quel preciso momento. Poi basta guardarsi intorno per capire che tutto quello che sta accadendo non è normale, le mareggiate sono sempre più potenti e chi è troppo vicino al mare ne sta pagando le conseguenze”.
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